Pubblicato in Al vertice dell’astrazione, a cura di A. Santoro e L. Torrente, Quaderni Colliani IV, Accademia University Press, Torino, 2022, pp. 48-65.
Una sezione fondamentale della seconda parte di Filosofia dell’espressione (Il riflusso) e dell’interpretazione logica del meccanismo dell’espressione è la dottrina delle categorie. In realtà, quella di Colli non è una vera e propria “dottrina” che intenda indagare sistematicamente quali siano le categorie del reale e fornirne una lista comprensiva. Come si vedrà, una trattazione sistematica e completa delle categorie è difatti per Colli qualcosa di irraggiungibile, a causa della natura stessa dell’oggetto d’indagine. Il nostro punto di partenza, però, non può che essere l’indagine su cosa siano le categorie in Filosofia dell’espressione.
Rispondere a questa domanda ci permetterà di inquadrarne lo statuto metafisico ed epistemologico, oltre alla valenza e coerenza con il resto del progetto filosofico di Colli. Prima di affrontare il testo colliano, è opportuno esplicitare i punti fondamentali delle teorie di Aristotele e Kant sulle categorie. Evidentemente, si tratterà solo di fornire alcuni brevi accenni alle linee generali, ma questo passaggio preliminare va fatto, non solo per l’importanza e l’influenza indiscutibile delle tesi di questi due autori su qualsiasi filosofia a essi posteriore, ma anche e soprattutto perché Colli conosceva benissimo i testi di entrambi; nel ’55 infatti pubblica la traduzione dell’Organon di Aristotele e nel ’57 la traduzione della Critica della ragione pura presso Einaudi.
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