Interiorità ed espressione. Appunti filosofici giovanili di Giorgio Colli

Pubblicato in Trame nascoste. Studi su Giorgio Colli, AkropolisLibri, Genova 2018, pp. 93-107.

Senza grandi timori interpretativi, si può affermare che Colli, nello scrivere questi appunti, cercasse di fissare un abbozzo per il suo sistema filosofico e lo schema che è presente nel primo foglio ne è una chiara indicazione. Qui possiamo leggere sul margine sinistro quattro parole sottolineate che distinguono le quattro parti del sistema: metafisica, gnoseologia, estetica, etica. Queste ci mostrano come l’intento del giovane Colli fosse quello di costruire un pensiero filosofico a tuttotondo. La forma espositiva di questi appunti è particolare e ricorda, per certi aspetti, l’Ethica ordine geometrico demonstrata di Spinoza. Colli infatti, pur non separando nel suo discorso definizioni, assiomi, teoremi, dimostrazioni, scoli e corollari, sembra esporre per punti tutte le articolazioni di un sistema filosofico con un notevole rigore logico. Alle brevi e illuminanti proposizioni che definiscono la natura di un concetto all’interno dello scritto, si susseguono lunghi periodi nei quali il giovane filosofo trae le conseguenze e cerca di sviscerare tutti gli aspetti dei problemi trattati.

Il punto di partenza di questo sistema filosofico è la metafisica, e il punto [1] degli appunti recita così: «Punto di partenza: interiorità indeterminata che si espande da un centro». In realtà, prima ancora, compare la citazione di un verso dell’Iliade, posta come incipit, che è fondamentale per comprendere quale sia il contesto della visione filosofica con cui ci stiamo confrontando. Si tratta di Iliade, libro VI, v. 208: «αἰὲν ἀριστεύειν καὶ ὑπείροχον ἔμμεναι ἄλλων [essere sempre il migliore ed eccellere sugli altri]». […]

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